Gio. Set 19th, 2024

Afrodite, dea dell’amore e della bellezza

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Tra le principali divinità celebrate nella storia, Afrodite, dea dell’amore e della bellezza, occupa un posto centrale e significativo nella mitologia, poiché incarna il culto dell’armonia, del fascino e della proporzione, tanto preziosi alla cultura greca antica.

Il mito narra, dalla versione offerta da Esiodo nell’opera “Teogonia”, che Afrodite nacque da una lotta generatasi tra Crono e suo padre Urano, ovvero quando il figlio ne recise i genitali gettandoli in mare, dalla spuma prodotta da quel seme si generò la bellissima dea, che raggiunse in tutta la sua nudità la terraferma dell’isola di Cipro, lasciando sbocciare fiori dal suo tocco.

Dalla seconda versione di Omero, invece, si evince che Afrodite è figlia di Zeus e di Dione, dea della prima generazione, legata al mare, al cielo e alla bellezza.

É tra le dee più venerate, associata all’amore inteso come passione travolgente, o come potenza generatrice di benedizioni, emanava incanto dal suo bellissimo corpo armonico e nessuno era in grado di resistere al suo potere ammaliante. Essendo nata dal mare, era protettrice anche della navigazione e dei naviganti. Incarna generalmente l’amore passionale, ma come Afrodite Pandemia, ovvero di “tutto il popolo”, riveste anche la funzione di protettrice delle istituzioni.

Nata da un conflitto tra padre e figlio rappresenta l’attrazione e l’istinto di generazione tra le varie parti
dell’Universo e alla base della vita stessa. Viene rappresentata nel fiore della sua giovinezza, racchiusa dentro una conchiglia come una perla dentro l’ostrica, spesso nuda e con un sorriso sul volto, per quest’ultimo motivo viene spesso definita “aurea”, ovvero radiosa e nel massimo splendore della sua bellezza. In mano tiene spesso un pomo d’oro che, secondo il mito, la dea avrebbe ricevuto in dono da Paride nella disputa di bellezza tra lei, Era ed Athena. Afrodite viene scelta da Paride soprattutto perché gli promette in dono la sposa più bella, Elena di Troia, quindi complice di questa passione, sarà alla radice dello scoppio della guerra di Troia.

Tra gli animali sacri alla dea troviamo la colomba, il cigno e il delfino, tra le piante sacre la rosa e il mirto.
Contro la sua volontà sposerà Efesto, fabbro divino, dio del fuoco, della metallurgia e delle arti umane, rappresentato spesso deforme, questa unione rappresenta la bellezza delle arti umane che si genera dallo sforzo del duro lavoro.

Ad Afrodite si attribuiscono diversi amori e passioni extra coniugali, il più celebre è quello con Ares, dio della guerra, tradimento scoperto in flagrante dallo stesso Efesto, il quale intrappolerà i due amanti in una rete, consegnandoli alla derisione e alla punizione da parte degli altri dei dell’Olimpo.

Celebre anche la sua passione per Adone, conteso con Persefone, regina dell’oltretomba, da questo intrigo il bellissimo giovinetto verrà condotto alla morte, avvenuta per mano di Ares geloso. Nota anche la sua relazione con Anchise, dalla quale nascerà Enea, eroe troiano che darà origine a Roma.

Numerosi sono i culti e i templi dedicati ad Afrodite, particolarmente presenti a Cipro, a Corinto, in Sicilia, tanto da diffondersi fino a Roma, dove la dea fu adorata con il nome di Venere. Appassionanti sono i versi della poetessa Saffo nell’Inno ad Afrodite, che invoca la dea affinché la aiuti in una conquista amorosa:

Immortale Afrodite dal trono variopinto,
figlia di Zeus, tessitrice di inganni, io ti supplico:
non prostrare con ansie e tormenti,
o dea augusta, l’animo mio,

ma qui vieni, se mai altra volta,
udendo la mia voce di lontano,
le porgesti ascolto, e lasciata la casa
del padre venisti

aggiogando un carro d’oro; e passeri leggiadri ti guidavano
veloci al di sopra della nera terra
con fitto battito d’ali giù dal cielo per gli spazi dell’etere.

E subito giunsero, e tu, o beata,
sorridendo nel tuo volto immortale,
mi domandasti che cosa di nuovo soffrivo e perché
di nuovo ti invocavo

e che cosa col mio animo folle volevo che più di ogni altra cosa
si realizzasse per me: «Chi di nuovo debbo indurmi
a ricondurre al tuo amore? Chi, o Saffo, ti fa torto?

perché se fugge presto inseguirà,
se doni non accetta anzi donerà,
se non ama presto amerà
pur contro il suo volere».

Vieni a me anche ora e liberami
dai tormentosi affanni, e tutto ciò che il mio animo brama
che per me si avveri, avveralo tu, e tu stessa
sii la mia alleata.

(Traduzione di Franco Ferrari)

Beati gli amori corrisposti, beati coloro che non dovranno fare appello ad
Afrodite per superare le pene di un amore tormentato.

di Annachiara Borsci

Annachiara Borsci è docente di Filosofia e Storia al Liceo "Moscati" di Grottaglie (TA). Dopo la Laurea in Filosofia, conseguita all'Unisalento di Lecce nel 2004, ha proseguito gli studi conseguendo nel 2009 il Dottorato di ricerca in discipline storico- filosofiche presso la stessa Università di Lecce sul pensiero di Hannah Arendt dal titolo "Il problema del male e la rifondazione della politica".

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