Ares, dio della guerra, è tra le divinità greche, il dio più controverso perché incarna la guerra, ovvero l’aspetto più intrinsecamente violento e bellicoso di essa, in opposizione ad Athena, che rappresenta invece l’aspetto più razionale e strategico della lotta.
Rappresentato in tutta la sua bellezza fisica, indossa un’armatura d’oro, con corazza ed elmo, impugna uno scudo e una lancia, che donano al dio un aspetto fiero e mascolino.
Nato da Zeus ed Era in un luogo a nord della Grecia, dove vivevano popolazioni bellicose, non era molto adorato, perché rappresenta il sangue e la violenza più legati all’impulso di distruzione. Ares possiede un carro d’oro trainato da quattro cavalli immortali e la sua dimora, oltre al Monte Olimpo, è un palazzo in Tracia. Il suo culto nell’Antica Grecia era poco diffuso, infatti i templi edificati in suo onore, sorgevano lontani dalle mura della città e ciò è legato alla necessità di tenere i conflitti lontani dal vivere civile. Tuttavia incarna il coraggio del guerriero ed è spesso invocato durante le guerre in pieno corso, per infondere la fierezza e le strategia belliche necessarie alle vittorie. I suoi animali sacri, oltre al cavallo sono il cinghiale, il cane, il gufo reale, l’avvoltoio e il drago, dai denti di quest’ultimo nascerebbero, secondo il mito, gli Sparti, guerrieri armati pronti alla guerra.
Ares, fratello gemello di Eris, dea della discordia, è noto per il suo amore clandestino e passionale con Afrodite, dea della bellezza, sposata con Efesto, noto per la sua deformità. Tra i figli più conosciuti di Ares e Afrodite troviamo Armonia, dea che rappresenta l’amore romantico, segno della concezione dialettica della vita, concepita dagli Antichi greci, come conflitto tra opposti, da cui si generano le complesse faccende naturali e umane, che oscillano tra bellezza e guerre.
Il dio della guerra è l’incarnazione della mascolinità e dell’aggressività, anche se per i romani, che gli attribuirono il nome di Marte, fu declinato in caratteristiche meno sanguinarie, infatti, da lui prende il nome del mese di marzo, probabilmente perché in primavera avevano inizio solitamente i conflitti, e per la sua origine di dio protettore dell’agricoltura.
Ares, dio impulsivo e spietato, simboleggia la guerra distruttiva, meglio non invocarlo e non lodarlo, da tenere lontano dalle città, lasciamolo nel talamo con la bella Afrodite, nella speranza che dalla loro unione si generi sempre Armonia.