Una penna si sveglia a mezzogiorno tutta scazzata, reduce da una notte insonne, e decide che è il momento di deformare la realtà che la circonda. È una penna che non vuol sentir ragioni, dice le cose che non puoi dire davanti a tutti.
Quadretti ospita ciò che le passa per la testa, anzi soprattutto per lo stomaco. In questa rubrica si sorriderà, si storcerà il naso, si lavorerà d’immaginazione. Tutto questo in letture che vi ruberanno sì e no un paio di minuti. Pronti?
Un sole abbacinante culla il nerboruto eroe sull’amaca alle due e mezzo di un venerdì pomeriggio, arroventandogli le braccia massicce e il petto mal depilato su cui si staglia il crocifisso di acciaio che ha cambiato colore, comprato alle bancarelle di Sant’Antonio nel 2012. Accanto a lui, sulla poltrona di vimini spelacchiata, sta la membruta virago come in trono assisa. Regina del quartiere, dei ragù e del bagnasciuga. Il prendisole le scopre una coscia tatuata, sì, quello è proprio suo figlio, lei ti direbbe che non ti puoi sbagliare. Non ci si azzardi a dire che i neonati sono tutti uguali. Quelli sono i cinesi. La mano penzoloni sul bracciolo, col ventaglio aperto a metà. Risuona all’unisono, fin su nel cielo e anche più su, il russìo saporito dei coniugi. Placida quiete tra le viuzze, solo le zuffe tra colombi per le briciole dalle tovaglie scutilate dai balconi. Sordo silenzio nel ronzio delle mosche assiepate sulle bustine rosa col nastrino giallo disseminate per i marciapiedi. Pace in terra. Ma c’è un povero diavolo in paese, un povero diavolo che non ha grufolato nei piatti come i due coniugi, né conosce posa alcuna. Trae linfa vitale da recondite fonti. Ed è minaccia per la pace in terra assai bramata dai paesani, il venerdì pomeriggio alle due e mezzo. Eccolo che incalza inesorabile, pronto a squarciare la quiete col suo sguaiato annuncio. Ecco il rovinoso sconquasso: “Donne, è arrivato l’arrotino! Arrota coltelli, forbici, forbicine, forbici da seta, coltelli da prosciutto!”