Tbilisi, ottobre 2024- decine di migliaia di manifestanti si sono riuniti domenica 20 ottobre in Piazza della Libertà a Tbilisi, sventolando bandiere dell’Unione Europea e della Georgia, accompagnati da striscioni che proclamavano: “La Georgia sceglie l’Unione Europea”. Questa manifestazione si è svolta a una settimana dalle elezioni parlamentari, programmate per il 26 ottobre, che sono considerate cruciali per determinare se la Georgia continuerà il suo cammino verso l’Europa o verso la Russia. I raduni hanno avuto l’obiettivo di “dimostrare la volontà del popolo per la libertà, l’indipendenza e un futuro europeo”.
Le elezioni metteranno a confronto un’alleanza senza precedenti di forze di opposizione pro-occidentali e il partito al governo, il Georgian Dream, accusato di scivolare verso l’autoritarismo e di ostacolare il percorso di integrazione europea della Georgia. I gruppi di opposizione avvertono che una vittoria del Georgian Dream, ritenuto filo-russo, potrebbe compromettere la democrazia e le speranze di adesione all’Unione Europea.
I cortei dell’opposizione sono iniziati alle 17:00, ora locale da cinque diversi punti della capitale, tra cui la piazza degli Eroi e della Repubblica. I manifestanti si sono poi riuniti in Piazza della Libertà per un concerto, che si è concluso senza incidenti significativi.
Il governo ha presentato queste elezioni come una scelta esistenziale tra guerra e pace, utilizzando poster che mettono in contrasto immagini in bianco e nero dell’Ucraina in guerra con immagini a colori di una Georgia pacifica e prospera.
Nel corso del 2023 e del 2024, si sono svolte numerose manifestazioni in Georgia, principalmente in opposizione alla proposta di “Legge sulla trasparenza dell’influenza straniera”, che obbligherebbe le ONG a registrarsi come agenti stranieri o “organizzazioni che rappresentano gli interessi di una potenza straniera”, e contro quella che il governo etichetta come “propaganda LGBT”.
CONTESTO – La proposta di “Legge sulla trasparenza dell’influenza straniera”, che ha scatenato nel corso di due anni diverse manifestazioni, richiederebbe alle organizzazioni non governative (ONG) di registrarsi in Georgia come agenti stranieri o come “organizzazioni che rappresentano gli interessi di una potenza straniera”. Inoltre, le ONG dovrebbero rivelare le loro fonti di finanziamento se oltre il 20% delle loro entrate proviene dall’estero.
Le ONG hanno giocato un ruolo cruciale nell’economia politica della Georgia. Dopo la Rivoluzione delle rose del 2003, la loro influenza è cresciuta significativamente, e oggi circa il 90% di esse riceve finanziamenti da fonti estere, rendendo il settore molto redditizio.
Critici, tra cui l’Unione Europea e altri paesi occidentali, si sono opposti fermamente al disegno di legge, sostenendo che minerebbe la democrazia e la libertà di stampa in Georgia, paragonandolo alla legislazione russa sugli agenti stranieri. I sostenitori della legge, d’altra parte, respingono tali accuse, affermando che garantirà la trasparenza dei finanziamenti stranieri e proteggerà la sovranità della Georgia da influenze esterne dannose.
È importante notare che simili leggi esistono in molti paesi, compresi gli Stati Uniti, ai quali il Georgian Dream afferma di ispirarsi. Tuttavia, in Russia e Georgia, l’applicazione di queste leggi è severa e lascia poco spazio di manovra, permettendo al governo di punire le ONG che non si allineano alla sua visione.
Tra il 7 e l’8 marzo 2023, dopo che il Parlamento aveva approvato la prima lettura della legge, decine di migliaia di georgiani si sono mobilitati con le bandiere nazionali e quelle europee per opporsi a una legge che ricorda quelle utilizzate in Russia dal 2012 per reprimere il dissenso e limitare il lavoro dei media indipendenti. Durante queste proteste, la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni e idranti per disperdere i manifestanti. Le manifestazioni, che hanno avuto luogo da marzo 2023 fino ad oggi, si sono caratterizzate per la presenza di bandiere nazionali e europee e per un’atmosfera di determinazione visibile nei partecipanti, spesso avvolti in impermeabili colorati, che si fronteggiavano a forze di polizia vestite di nero.
Dopo due giorni di proteste incessanti, il partito Sogno georgiano aveva ritirato il disegno di legge, ma senza ritrattare l’iniziativa, tanto che il 28 maggio il Parlamento ha annullato il veto del Presidente Salome Zurabishvili e la proposta di legge “agente straniero” è diventata legge e ed è entrata in vigore nell’estate del 2024.
Ora, dopo questa sconfitta, i manifestanti si concentrano sulle prossime elezioni. Questa mobilitazione rappresenta la più forte opposizione al Georgian Dream nei suoi dodici anni di governo, ma ha fallito nel suo obiettivo principale di costringere il partito a ritirare la legge controversa. Con il disegno di legge ormai approvato, molti oppositori vedono nelle prossime elezioni di ottobre la loro unica chance per porre fine al governo attuale, anche se la situazione appare incerta, dato che i partiti di opposizione non sono riusciti a conquistare la fiducia degli elettori.
Durante le proteste è emersa una mancanza di fiducia nella politica elettorale come via d’uscita dalla crisi, con molti cittadini attratti dalla natura leaderless delle manifestazioni e dalla presenza attiva dei giovani, piuttosto che dai partiti tradizionali. Anche se gli eventi erano organizzati da una coalizione di partiti, ONG e attivisti, i leader politici sono rimasti spesso sullo sfondo, lasciando spazio a volti più giovani.
In un raduno del 15 maggio, alcuni leader di partito sono stati persino derisi dal pubblico.
Nella fase successiva, i partiti dovranno inevitabilmente assumere un ruolo di primo piano, ma ci sono forti dubbi sulle loro possibilità di successo alle prossime elezioni. Sondaggi recenti, sebbene effettuati prima delle proteste, mostrano un chiaro vantaggio del Georgian Dream sui rivali. Inoltre, l’opposizione è frammentata in molti piccoli partiti, e l’United National Movement (ENM), il partito con maggiori possibilità di superare la soglia elettorale, resta un’opzione poco attraente per molti elettori a causa del suo passato controverso. Tuttavia, rimane il partito di opposizione più popolare.
Attualmente, ci sono discussioni tra i principali gruppi di opposizione per formare alleanze temporanee affinché possano superare la soglia del 5% nelle elezioni.
IL FUTURO DELLE ELEZIONI TRA UE E RUSSIA – La società georgiana è caratterizzata da profonde divisioni. L’80% della popolazione è favorevole all’ingresso della Georgia nell’Unione Europea, ma le generazioni più giovani tendono ad essere più europeiste e atlantiste, e più attaccate alle libertà civili, rispetto agli anziani, che temono di compromettere i rapporti con la Russia a causa dell’orrenda esperienza dell’invasione del 2008. Questa frattura è persistente, con un continuo confronto tra chi desidera mantenere buone relazioni con Mosca, accettando alcune concessioni, e chi aspira a un avvicinamento deciso all’Unione Europea e alla NATO.
Il sogno europeo ha rappresentato una forza motrice per la Georgia da molto tempo. Tuttavia, il percorso verso l’adesione è legato alle performance del Paese in materia di diritti umani e stato di diritto. Ogni volta che sorgono difficoltà legate a leggi sugli agenti stranieri o sulla propaganda LGBT, ciò ritarda l’apertura dei negoziati con l’UE, un fatto molto sentito da una parte della popolazione. L’invasione dell’Ucraina ha reso evidente la vulnerabilità della Georgia, ma il desiderio di avvicinarsi all’Europa è una questione più profonda e duratura.
Negli ultimi anni, il partito al governo ha cercato di navigare tra le proprie inclinazioni filorusse e un’opinione pubblica chiaramente pro-europea.
Nel 2022, la Georgia ha formalmente presentato domanda per entrare nell’Unione Europea, ottenendo a fine anno lo status di Paese candidato. Tuttavia, dopo i recenti scontri legati alla legge sugli “agenti stranieri”, la situazione sembra essere cambiata, con il governo che adotta un atteggiamento più ostile nei confronti dell’Occidente. Di recente, Ivanishvili ha addirittura denunciato l’Occidente definendolo un partito globale di guerra, che cerca di trascinare la Georgia in un conflitto con la Russia; secondo lui, l’influenza straniera nel Paese deve essere controllata per evitare rivoluzioni colorate sponsorizzate da nazioni straniere.
Nonostante il riconoscimento come candidato all’adesione, i rapporti tra Bruxelles e Tbilisi rimangono complessi. Da un lato, la popolazione è prevalentemente pro-UE; dall’altro il governo mostra tendenze controverse.
La Georgia ha un rapporto delicato con la Russia, che confina a nord. La sua candidatura all’UE e alla NATO ha sempre creato tensioni con Mosca. Dopo i conflitti degli anni ’90 con le regioni separatiste dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia, la Russia ha sostenuto i secessionisti e ha riconosciuto la loro indipendenza.
L’UE ha concesso alla Georgia lo status di candidato, ma per avviare formalmente i colloqui di adesione, Tbilisi dovrà riformare il sistema giudiziario ed elettorale, migliorare la libertà di stampa e limitare l’influenza degli oligarchi.
Sebbene la Russia abbia una certa influenza in Georgia, è eccessivo affermare che il partito Sogno Georgiano o Ivanishvili siano direttamente affiliati al Cremlino. Dopo aver cercato di normalizzare i legami con la Russia, il partito ha intrapreso una politica estera più orientata verso l’Occidente, mantenendo però relazioni con Mosca.
In un clima di crescente mobilitazione e tensione politica, il futuro della Georgia si gioca ora nelle prossime elezioni: una scelta cruciale tra il sogno di un’integrazione europea e il rischio di un ritorno sotto l’influenza russa, con il popolo georgiano pronto a far sentire la propria voce per la libertà e la democrazia.