Eros, per gli antichi greci, dio dell’amore e dell’unione delle forze umane che tendono a legarsi attratti dal desiderio di fondersi in armonia.
Thanatos, personificazione della morte, della distruzione e della scissione, istinto che muove per rompere un equilibrio e ricordare l’essenza drammatica ad ogni essere.
TRA VITA E MORTE – Nel mondo greco antico queste due forze, rappresentate simbolicamente dal mito della divinità, non erano dissociate completamente, ma rappresentavano l’essenza quasi indissolubile del movimento della natura e poi della dialettica della storia.
Eros unisce, rafforza, dona esaltazione ed energia vitale volte alla conservazione e alla crescita dell’amore sia sessuale, che sentimentale; permette alla specie di progredire e crescere attraverso la freccia letale dell’invaghimento che lega, attrae e trasporta verso alte vette di esaltazione. Thanatos, spesso associato dall’esegesi successiva, al fratello stesso di Amore, è istinto distruttivo, irrompe cieco anch’egli per scindere, per dissolvere e può portare alla morte, sia fisica, che emotiva.
Fratelli per dicotomia, le due forze che incarnano queste divinità non sono associate semplicemente alle idee di Bene e di Male in senso etico, ma rappresentano il contrasto intrinsecamente presente nella Vita, dove tutto è destinato sia alla bellezza dell’unione, che alla dissolvenza nelle ceneri della morte. Sono forze dicotomiche prive di valori morali, sono ataviche e connaturate alla logica delle cose, sono intuizioni pure dell’uomo filosofo. Il mito non ha funzione moralistica, è un’operazione teoretica, ovvero di conoscenza e di interpretazione, il mito punisce solo per comprendere il confine tra vita e morte, tra sfida e premio, mettendo in scena la natura complessa e dicotomia dell’esistenza umana e naturale.
Forze cognitive e mentali, sentimentali e carnali, dove Eros, eterno fanciullo ingenuo, alimenta i legami e fa crescere natura e individui, è spesso interrotto dal contrasto di Thanatos, associato al sonno e alla follia distruttiva, al buio del dolore per tutto ciò che è destinato a finire, perché siamo esseri finiti nel tempo e nello spazio.
EROS E THANATOS: DUE FORZE COMPLEMENTARI – Freud, padre della psicanalisi, con il suo studio clinico della mente umana, considera Eros una forza vitale che ci spinge alla conservazione e allo sviluppo positivo delle nostre facoltà mentali, Thanatos è invece identificato nell’istinto di distruzione e di morte che si cela nella parte più oscura del nostro inconscio. La scoperta di questa parte irrazionale, non accessibile a quella dimensione più consapevole della mente, è stata una delle intuizioni più brillanti della storia del pensiero e della scienza, perché ha permesso di evolvere la concezione dell’uomo relegata alla religione e alle false credenze e di regalare una concezione più umana e compassionevole delle nostre debolezze. L’inconscio è la topica più nascosta della nostra mente, il deposito delle nostre pulsioni, dei nostri traumi, delle esperienze che abbiamo cercato di chiudere in un baule sigillato e di gettare in fondo al mare immenso della nostra psiche. Questa dimensione è l’Es, che spesso contiene Thanatos, un impulso di distruzione con cui facciamo spesso i conti durante il nostro viaggio esistenziale, che ci travolge e ci porta a fondo. Eros, l’amore, l’istinto di conservazione, invece, ci solleva con forza verso la superficie, dove risiedono gli altri esseri, con i legami che tentiamo di costruire per dare senso alla nostra crescita, in cui le emozioni positive ci offrono la possibilità di emergere dal dolore e di toccare mete di soddisfacimento, consegnandoci l’impegno dell’evoluzione verso la dimensione più umana.
Bene è ciò che produce piacere, Male è associato al dolore, che per natura rifuggiamo.
Eros e Thanatos sono forze complementari come lo Ying e lo Yang, sono rintracciabili in tutte le culture e ci insegnano che le storie umane non possono sottrarsi al negativo e alla rottura degli equilibri, perché un mare piatto non ci permette di fare l’esperienza adrenalinica dell’onda scatenata dalla tempesta.
Se è vero che tutto scorre, tutto passa, tutto si trasforma, allora, probabilmente, il senso delle cose si cela nell’intero percorso dialettico che ci muove.
Siamo vita e morte, luce e ombra, guerra e pace, positivo e negativo, gioia e dolore, ma la destinazione è sempre un percorso di crescita dolorosa, possibile solo attraversando il cambiamento.