Gio. Dic 26th, 2024
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L’eliminazione ingloriosa agli ottavi di finale dei Campionati europei subita dalla nostra nazionale nella partita contro la Svizzera, avvenuta con una delle partite più brutte mai giocate a memoria d’uomo da parte della selezione, rappresenta il culmine di un decennio di fallimenti roboanti tra cui spiccano ben due mancate qualificazioni consecutive ai mondiali, spezzati solo dal miracolo del trionfo a Wembley nel precedente europeo post-covid. Ora non è il punto di questo articolo stabilire se si sia trattato di una vittoria più fortunosa o più meritata quella dell’allora ct Mancini di tre anni or sono, i trofei rimangono in bacheca ed essa è andata ad arricchire una bacheca già leggendaria come quella degli azzurri. Tuttavia, quello che è accaduto è che dopo siamo subito risprofondati nel baratro.

Eppure le nazionali giovanili italiane ottengono spesso risultati importanti, finali continentali e mondiali sia perse che vinte – questo è un dato oggettivo che ci indica che i giovani italiani in campo non sono così scarsi, essi avrebbero talento e potenziale da mettere in campo come un Calafiori ad esempio che, dopo una grande stagione che ha portato il Bologna in Champions League ed un europeo ad alti livelli, ci viene subito sottratto dall’oramai molto più danaroso calcio inglese. Era accaduto anche con Verratti, protagonista nel 2021, centrocampista di classe cristallina che non ha mai giocato in Serie A ma direttamente nel PSG dell’emiro qatariota e poi in Arabia dagli sceicchi. Segno dei tempi!

Ciò che di incredibile sta mettendo in mostra il talento appena 16enne della Spagna, Yamal, induce ad una profonda riflessione. Il calcio spagnolo è rinato negli ultimi decenni costruendosi sul modello Barcellona, riuscendo ad integrare la cantera pienamente nel sistema e rendendola in qualche modo un tutt’uno con le prime squadre, non avendo timore di lanciare da subito i giovani con qualità nella mischia. Inoltre, esso lavora per valorizzare il loro talento con la palla tra i piedi più che la muscolarità ed il tatticismo esasperato fine a se stesso.

È il sistema calcio italiano che da 20 anni, senza neanche voler citare gli scandali di varia natura avvenuti a livello giudiziario, dimostra tutta la sua inadeguatezza nel reggere la competizione con le altre principali federazioni europee e nello stare al passo coi tempi, tanto a livello di infrastrutture, quanto di marketing e di evoluzione del gioco proposto per l’appunto. Se l’ultima squadra di Premier League incassa gli stessi soldi della prima di Serie A o quasi, come si può pensare realisticamente di poter competere? I risultati europei dei nostri club nel recente passato sono indicativi non meno di quelli della nazionale, anzi…

Negli ultimi tempi tuttavia si è notata una lieve ripresa dovuta principalmente al cambiamento di paradigma portato da alcuni allenatori, italiani e non all’interno del nostro calcio, in cui si è cominciato a prediligere il gioco propositivo e tecnico a discapito dell’attendismo e della difesa ad oltranza che in altre epoche ci hanno caratterizzato. Il modello Atalanta messo in piedi da Gasperini in questo senso è illuminante ed ha riportato un trofeo prestigioso come l’Europa League (ex Coppa Uefa) in Italia dopo 25 anni con un percorso netto di applausi. La Champions League, invece, malgrado le tre finali perse contro tre colossi rimane un miraggio da ormai 15 anni e questo è un fatto di una gravità che non può non essere considerata!

Per poter puntare dunque ad una reale rinascita del movimento, urge un profondo cambiamento a livello dirigenziale che possa proporre un nuovo prodotto a 360° gradi in grado di avere appeal a livello globale nel 2024. Incolpare il singolo uomo come nel caso dell’attuale ct Spalletti, che pur ha commesso di certo molti errori, non porta effettivamente da nessuna parte se non ad un loop di colpe rimpallate e di voglia di trovare un deus ex machina che possa risolvere tutto come per magia. Ma nella realtà servono impegno, visione e seria volontà per poter ottenere dei risultati e, se noi decideremo seriamente di farlo, ci riusciremo, perché siamo italiani e la nostra storia e le capacità che siamo in grado di tirare fuori quando veniamo ormai considerati spacciati le conoscono tutti. In ogni ambito.

di Francesco Merico

Scrivo di Filosofia, Storia, Arte, Politica, Sport, Attualità. Mi sta a cuore il futuro del mio Territorio, del Meridione e della nostra povera Patria.

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