Sab. Dic 21st, 2024
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Quando si pensa a Rino Gaetano, genericamente qui in Italia la visione che ci è stata fornita dalla vulgata mediatica degli ultimi decenni è quella di un autore scanzonato e nonsense con la testa tra le nuvole e che ha trovato la morte ancora giovane in un tragico incidente. Le sue canzoni più celebri sono ancora oggi canticchiate da molti ed utilizzate in tv senza darci particolare peso, da “Gianna” fino a “Ma il cielo è sempre più blu” passando per “Nun te reggae più”. Una visione molto riduttiva e parziale per colui che è stato, oltre che un indubbio enorme talento musicale e cantautoriale, un simbolo politico estremamente coraggioso del nostro Paese e del Meridione in particolare.

I PRIMI ANNI – Rino nasce nel profondo Sud della Calabria, ma da bambino si ritrova subito proiettato nel caos della Capitale: conosce il collegio, dove si mostra già come enfant prodige della scrittura, un genio puro naturale spontaneo e liberissimo. Pur essendo figlio di “nessuno” non ci mette molto ad affermarsi nel panorama musicale fervente dei suoi anni di gioventù. Sono gli anni dell’attivismo e della militanza, poco dopo il 1968, dove il privato ed il pubblico si compenetrano in maniera inscindibile, uniti saldamente dalle tematiche dell’impegno sociale; e Rino in questo contesto vi sguazza – ma a differenza di altri non ne vuole sapere di schierarsi, rimane sempre liberamente fedele a se stesso ed anarchico nello spirito. Nelle sue canzoni ne ha per tutti, non risparmia nessuno, sinistra destra centro ed ogni forma di potere (anche e soprattutto sommerso) vengono esposti e dissacrati dietro la patina innocente delle canzoni dell’amore e della spensieratezza: una parodia a dir poco tagliente, senza precedenti e purtroppo senza successori ad oggi.

LA POETICA – Non era nonsense quello del buon Gaetano, era un linguaggio criptico che serviva per poter comunicare a chi avesse voluto ascoltare cose non comunicabili in maniera esplicita nei festival della canzone ed alla radio: parlava della massoneria (Rosa Rossa/P2) e dei suoi intrighi; di scandali di stato (Wilma Montesi/Lockheed); di servizi segreti (CIA/Gladio); di una questione meridionale mai realmente risolta; del marcio della politica e dell’inermità nei suoi confronti della gente comune, del popolo e del lavoro, che lui tanto amava. Una sensibilità poetica fuori dal comune unita al coraggio di un guerriero mitologico, queste sono state le caratteristiche che lo hanno reso unico ed ancora oggi un punto di riferimento simbolico per tanti giovani che ascoltano ed interpretano di volta in volta in maniera nuova i suoi brani.

LA MORTE E LE INTERPRETAZIONI – La sua attività e la sua vita sarebbero state improvvisamente stroncate nel 1981, all’età di soli 31 anni, da un incidente d’auto tragico e tutt’ora controverso. Ancora giovanissimo, Rino aveva scritto intorno al ’70 un pezzo chiamato “La ballata di Renzo”, già geniale come suo solito: dove si narrava di un uomo vittima di uno sfortunato incidente che lo conduceva alla morte dopo essere stato rifiutato con variegate scuse da più ospedali romani. Questo è proprio ciò che accadde al nostro molti anni dopo: c’è chi lo chiama profeta e chi urla al complotto ed all’esecuzione rituale, di sicuro rimane una coincidenza incredibile che contribuisce ad alimentare un mito senza tempo che travalica la musica.

Per chi fosse interessato ad approfondire le molte teorie che girano intorno a questo straordinario artista, consiglio caldamente la lettura del libro “Chi ha ucciso Rino Gaetano? Il coraggio di raccontare: un’indagine tra massoneria, servizi segreti e poteri economici” scritto dall’avvocato Bruno Mautone, studioso principe della materia da anni ed anni, che ha provato a ricostruire i tasselli di uno dei tanti (troppi) gialli italiani dello scorso secolo.
In ogni caso, parliamo di un personaggio che in poco tempo ha saputo lasciare la sua traccia indelebile sulla nostra storia e che ancora oggi riesce a farci divertire, sognare, riflettere con le opere che ci ha lasciato: grazie Rino, ovunque tu sia.

di Francesco Merico

Scrivo di Filosofia, Storia, Arte, Politica, Sport, Attualità. Mi sta a cuore il futuro del mio Territorio, del Meridione e della nostra povera Patria.

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2 commento su “Cogliere la rosa di Rino”

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