Sab. Dic 21st, 2024
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Un food blogger invita Karl Marx, grande filosofo redivivo, teorico del comunismo, a cena e in maniera provocatoria sceglie come luogo simposiale il McDonald’s, è ansioso di conoscere la reazione del maggior critico del capitalismo di fronte al simbolo del globalismo economico.
Il filosofo non è a conoscenza della crisi storico-politica che ha colpito il comunismo, per cui, rimane stupito dalla nuova realtà tecno-operaia che sforna cibi veloci e invitanti come una catena di montaggio altamente efficace ed opportunamente formata. Dopo un breve momento di esitazione e di presa di realtà, Marx osserva le produttive api operaie che con estrema gentilezza provvedono a soddisfare i clienti, contornati da odori stimolanti, se pur intensi, e da liste alimentari talmente variegate da rendere difficile la scelta del menù.

Il food blogger, intimamente divertito dall’espressione di sorpresa e smarrimento del pensatore, lo invita ad accomodarsi sulle comode sedie gialle e gli si rivolge con fare provocatorio:
– Scelga pure il suo menù, può personalizzare in ogni singolo elemento, il prezzo è accessibile ad un ampio pubblico e il sapore dei cibi è stimolante. I bambini di tutto il mondo adorano questa catena -.

Il filosofo, con aria confusa, chiede:
– Di tutto il mondo? L’umanità ha realizzato il grande sogno del comunismo, ovvero uguaglianza sociale e abbattimento delle differenze economiche? Mi racconti, la prego-.

Il food blogger, con ironico sorriso malcelato, tenta di argomentare:
– Caro filosofo virtuoso nella teorizzazione e nella prassi, non si illuda, la grande utopia che lei ha rincorso e sostenuto, non può trovare terreno fertile nella tragicità della Storia. L’uomo è lupo per l’altro uomo, si finge mansueto perché ha solo bisogno di protezione e sicurezza -.

Marx, con un velo di delusione, esclama:
– Caro ragazzo, come puoi essere così cinico! Il comunismo nasce dalla necessità di cambiare il mondo, la mia filosofia è una scienza economica che può realizzarsi abbattendo il potere dei padroni e donando all’umanità la comunione dei beni di produzione, in maniera tale da garantire la piena realizzazione della Giustizia sociale! -.

Replica con consapevolezza l’interlocutore esperto di alimenti:
– Le sue formulazioni, se pur fondate su una causa deontologicamente nobile e solidale, sono state in parte realizzate nella storia successiva, ma ci tengo ad informarla, che il comunismo è stato ghigliottinato dagli eventi e che proprio il capitalismo, ormai pienamente dispiegato, ha portato una maggiore redistribuzione della ricchezza. Si guardi attorno, caro maestro, tutti lavorano con regolare contratto, il salario garantisce il fabbisogno di base ad ognuno, le merci circolano nel liberismo economico, i giganti dell’economia offrono a tutti la possibilità di un pasto caldo o riscaldato, pochi sono indigenti ed anche la prole degli operai può proseguire studi e formazione -.

Il padre del comunismo, dopo una breve pausa di riflessione, quasi con fare subito consapevole e desto, ribatte:
– Oh, sono basito! Sono un un uomo del mio tempo, caro esperto di eccellenze alimentari, ma ancora conservo la mia lente analitica sulla realtà. Quello che vedo non rispecchia pienamente la tua descrizione, la gente è omologata, frettolosa, adagiata al consumismo, le merci esposte sostituiscono il dialogo e il confronto. Quelle macchinette su cui agitate le dita in maniera compulsiva hanno sostituito la vostra capacità di azione e di pensiero, guardate attraverso e parlate, non so a chi, a cosa, ho sentito che chattate e postate. Dimmi ancora, dov’è l’uomo rivoluzionario? Perché non parlate guardandovi in faccia? Perché divorate cose colorate e dagli odori pesanti? Perché avete ridotto le vostre vite al consumo e alla distrazione di massa? Perché avete costruito nuove forme di alienazione? Dov’è l’umanità tragica, ma coraggiosa, che ho lasciato quando sono morto in povertà? Sai che ti dico, preferisco non andare oltre, non assistere alla vostra scomparsa come genere umano, preferisco abbandonarvi alla vostra produzione compulsiva, preferisco illudermi che, un giorno, possiate recuperare la vostra dimensione di essere e di pensiero. C’è un senzatetto fuori da queste mura divertenti, con quale coraggio continuate ad abbuffarvi di cibo? -.

Il food blogger, con sarcasmo, esclama:
– Questo, per ora, è il migliore dei mondi possibili! -.

di Annachiara Borsci

Annachiara Borsci è docente di Filosofia e Storia al Liceo "Moscati" di Grottaglie (TA). Dopo la Laurea in Filosofia, conseguita all'Unisalento di Lecce nel 2004, ha proseguito gli studi conseguendo nel 2009 il Dottorato di ricerca in discipline storico- filosofiche presso la stessa Università di Lecce sul pensiero di Hannah Arendt dal titolo "Il problema del male e la rifondazione della politica".

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6 commento su “Marx al McDonald’s”
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