Mar. Gen 21st, 2025

La Letteratura salva l’essere: l’esempio di Leopardi

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La solitudine, l’infelicità e l’amarezza del vivere spesso ci demoralizza e abbatte le nostre sicurezze. Spesso un sollievo lo troviamo nei nostri autori preferiti, che, come noi, hanno attraversato lo spettro emotivo e hanno espresso i loro pensieri, desideri e ambizioni tramite la scrittura.

Oggi ci terrei a soffermarmi sull’esempio di Giacomo Leopardi, ricercatore instancabile di felicità e bellezza. Lo sappiamo tutti, la vita tolse all’autore molte possibilità, e nonostante tutto lui reagì con leggerezza e passione. Un’esistenza difficile segnata dalla sua condizione fisica, ma che lo sprona ad uno slancio rivitalizzante che manifesta in due modi: il primo la biblioteca paterna; egli passa ore e giorni sui libri, peggiorando il suo fisico, curvo e cupo direbbero alcuni, costantemente in cerca di felicità e sollievo. Dopo momenti di crisi, matti e disperatissimi, tempo trascorso nello studio, si accultura, cresce, impara e scopre, ma comprende che la gioia non si nasconde negli anfratti delle righe di libro. Il segreto era nella condizione reale concreta.

E allora arriva il secondo modo: si lascia sorprendere dal mondo che lo circondava. La realtà che nello Zibaldone diceva che era il suo divertimento: passeggiare nella notte, contando le stelle, il fiorire della primavera nel 17. Un pulpito di emozioni, a lui vicino, che lo condusse a scrivere “Voglio diventare poeta” all’intellettuale Pietro Giordani.

Come può la poesia di Leopardi aiutare noi, nella nostra vita di ogni giorno?

La risposta sarebbero le passioni e per scovare queste ultime si necessita una sufficiente consapevolezza di ciò che noi amiamo e odiamo fare. Leopardi lo dice all’interno dello Zibaldone: per trovare una grande passione è fondamentale la conoscenza di sé stessi. Senza questa, saremmo perduti nel flusso degli eventi che viviamo, come dei senza mente parassitati. Di seguito il passo:

“Tutto è o può esser contento di sé stesso, eccetto l’uomo, il che mostra che la sua esistenza non si limita a questo mondo, come quella dell’altre cose.”

Che sia la passione per l’arte, la letteratura, la scienza, la matematica o qualsiasi disciplina, coltivare un sapere ci farà sentire meglio. Sapere cosa ci fa sentire bene e cosa ci sprona a voler vivere pienamente è il primo passo verso la migliore versione di noi stessi, nonché la sapienza. È pur vero che non si può essere tuttologi, seppur approfondire argomenti e temi, anche poco comuni, ci aiuterà direttamente e indirettamente. Sapere è potere del resto, no? Qualsiasi attività può ristorare il nostro animo e questo Leopardi lo sapeva bene. A questo proposito lui cita l’attività della lettura:

“Un buon libro è un compagno che ci fa passare dei momenti felici.”

Come sappiamo, più diventiamo cultori di un’arte, più conosciamo e impariamo, più sarà facile annoiarci. Questo accade perché gli stimoli che ci investono non saranno abbastanza soddisfacenti per il grado di piacere e sapienza che raggiungeremo.

“Soltanto gli esseri intelligenti provano noia.”

E ancora:

“La noia è la più sterile delle passioni umane. Com’ella è figlia della nullità, così è madre del nulla: giacché non solo è sterile per sé, ma rende tale tutto ciò a cui si mesce o avvicina.”

Con questi passi, possiamo tradurre, a mio parere, le parole di Leopardi come un amuleto salvifico per le condizioni contemporanee: la noia e la disillusione di una realtà che sembra non appartenerci. Leopardi scriveva poesie perché aveva bisogno di rispondere ai grandi quesiti della vita e aiutare con la bellezza le sensazioni che avrebbero attraversato il tempo. La noia guida la curiosità, ma anche i pensieri più profondi. Se in questo momento ci sentiamo demoralizzati da tutto quello che accade nel mondo, da ciò che avviene nel piccolo della nostra vita, ricordiamo che è un fenomeno del tutto naturale. L’importante è ricordare che noia e amarezza sono emozioni passeggere come tutte le altre. Concludo l’articolo collegandomi anche alla Divina Commedia, alle parole di Odisseo nell’Inferno:

“Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.”

di Mattia Carlucci

Sono uno studente di Storia dell'Arte presso l'Università di Lecce, con laurea in DAMS. Ho la grande passione per le civiltà antiche, in particolare per l'Antica Grecia. Scrivo articoli per Metasud su storie mitologiche, aneddoti storici, opere d'arte ed interviste a giovani ragazzi del Sud. Gestisco anche un canale Youtube chiamato "La Landa del Sole" dove parlo di giochi di ruolo e mondi fantasy. Credo fermamente nel progetto editoriale.

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