Mer. Ott 30th, 2024
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Eros, per gli antichi greci, dio dell’amore e dell’unione delle forze umane che tendono a legarsi attratti dal desiderio di fondersi in armonia.
Thanatos, personificazione della morte, della distruzione e della scissione, istinto che muove per rompere un equilibrio e ricordare l’essenza drammatica ad ogni essere.

TRA VITA E MORTE – Nel mondo greco antico queste due forze, rappresentate simbolicamente dal mito della divinità, non erano dissociate completamente, ma rappresentavano l’essenza quasi indissolubile del movimento della natura e poi della dialettica della storia.
Eros unisce, rafforza, dona esaltazione ed energia vitale volte alla conservazione e alla crescita dell’amore sia sessuale, che sentimentale; permette alla specie di progredire e crescere attraverso la freccia letale dell’invaghimento che lega, attrae e trasporta verso alte vette di esaltazione. Thanatos, spesso associato dall’esegesi successiva, al fratello stesso di Amore, è istinto distruttivo, irrompe cieco anch’egli per scindere, per dissolvere e può portare alla morte, sia fisica, che emotiva.

Fratelli per dicotomia, le due forze che incarnano queste divinità non sono associate semplicemente alle idee di Bene e di Male in senso etico, ma rappresentano il contrasto intrinsecamente presente nella Vita, dove tutto è destinato sia alla bellezza dell’unione, che alla dissolvenza nelle ceneri della morte. Sono forze dicotomiche prive di valori morali, sono ataviche e connaturate alla logica delle cose, sono intuizioni pure dell’uomo filosofo. Il mito non ha funzione moralistica, è un’operazione teoretica, ovvero di conoscenza e di interpretazione, il mito punisce solo per comprendere il confine tra vita e morte, tra sfida e premio, mettendo in scena la natura complessa e dicotomia dell’esistenza umana e naturale.
Forze cognitive e mentali, sentimentali e carnali, dove Eros, eterno fanciullo ingenuo, alimenta i legami e fa crescere natura e individui, è spesso interrotto dal contrasto di Thanatos, associato al sonno e alla follia distruttiva, al buio del dolore per tutto ciò che è destinato a finire, perché siamo esseri finiti nel tempo e nello spazio.

EROS E THANATOS: DUE FORZE COMPLEMENTARI – Freud, padre della psicanalisi, con il suo studio clinico della mente umana, considera Eros una forza vitale che ci spinge alla conservazione e allo sviluppo positivo delle nostre facoltà mentali, Thanatos è invece identificato nell’istinto di distruzione e di morte che si cela nella parte più oscura del nostro inconscio. La scoperta di questa parte irrazionale, non accessibile a quella dimensione più consapevole della mente, è stata una delle intuizioni più brillanti della storia del pensiero e della scienza, perché ha permesso di evolvere la concezione dell’uomo relegata alla religione e alle false credenze e di regalare una concezione più umana e compassionevole delle nostre debolezze. L’inconscio è la topica più nascosta della nostra mente, il deposito delle nostre pulsioni, dei nostri traumi, delle esperienze che abbiamo cercato di chiudere in un baule sigillato e di gettare in fondo al mare immenso della nostra psiche. Questa dimensione è l’Es, che spesso contiene Thanatos, un impulso di distruzione con cui facciamo spesso i conti durante il nostro viaggio esistenziale, che ci travolge e ci porta a fondo. Eros, l’amore, l’istinto di conservazione, invece, ci solleva con forza verso la superficie, dove risiedono gli altri esseri, con i legami che tentiamo di costruire per dare senso alla nostra crescita, in cui le emozioni positive ci offrono la possibilità di emergere dal dolore e di toccare mete di soddisfacimento, consegnandoci l’impegno dell’evoluzione verso la dimensione più umana.

Bene è ciò che produce piacere, Male è associato al dolore, che per natura rifuggiamo.

Eros e Thanatos sono forze complementari come lo Ying e lo Yang, sono rintracciabili in tutte le culture e ci insegnano che le storie umane non possono sottrarsi al negativo e alla rottura degli equilibri, perché un mare piatto non ci permette di fare l’esperienza adrenalinica dell’onda scatenata dalla tempesta.
Se è vero che tutto scorre, tutto passa, tutto si trasforma, allora, probabilmente, il senso delle cose si cela nell’intero percorso dialettico che ci muove.

Siamo vita e morte, luce e ombra, guerra e pace, positivo e negativo, gioia e dolore, ma la destinazione è sempre un percorso di crescita dolorosa, possibile solo attraversando il cambiamento.

di Annachiara Borsci

Annachiara Borsci è docente di Filosofia e Storia al Liceo "Moscati" di Grottaglie (TA). Dopo la Laurea in Filosofia, conseguita all'Unisalento di Lecce nel 2004, ha proseguito gli studi conseguendo nel 2009 il Dottorato di ricerca in discipline storico- filosofiche presso la stessa Università di Lecce sul pensiero di Hannah Arendt dal titolo "Il problema del male e la rifondazione della politica".

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