Gio. Set 12th, 2024
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Ad un lustro di distanza da quello che rappresentò l’inizio dell’emergenza Covid, dapprima dilagata in Cina, poi qui in Italia e rapidamente nel resto dell’Europa e del mondo, penso sia giunto il momento in cui si possa fare delle riflessioni più razionali su tutto quanto è accaduto nel corso di anni che sono stati drammatici per tutti noi.

L’ANNO DELLA CHIUSURA – Come sempre accade l’emotività a caldo non ha permesso di fornire sul momento una narrazione che fosse realmente soddisfacente per tutti, il conflitto tra le varie parti e le accuse l’hanno fatta da padroni in piena emergenza e questo non si può negare; mentre in tanti cantavano sui balconi che sarebbe andato tutto bene, tanti altri si sentivano impotentemente imprigionati e/o privati della loro attività lavorativa. Allo stesso modo, mentre molti celermente sono corsi a vaccinarsi per volontà propria o per civismo o semplicemente per ottenere il green pass necessario al fine di poter continuare una vita il più normale allora concesso, c’è chi ha scelto di sottrarsi a tali misure anche a costo di sacrifici personali perché le considerava illegittime o semplicemente ingiuste.

Ora, il sottoscritto fa presente che le varie teorie complottiste che si sono diffuse nel tempo un po’ ovunque non le prende nemmeno in considerazione, perché mancano di fondamento logico e di basi reali che chiunque scriva avrebbe il dovere di considerare come primo elemento fondante di ogni teoria da costruirsi, anche se spesso purtroppo non è così e l’autorevolezza stessa del giornalismo purtroppo ne risente.
Queste pseudo-teorie, dunque, nemmeno voglio citarle, ciò che mi sta a cuore piuttosto è recuperare una visione d’insieme della pandemia che in qualche misura ha cambiato il mondo in cui viviamo e la vita delle nostre generazioni: cosa è rimasto a distanza di cinque anni? Chi siamo oggi?

COSA RESTA OGGI – Beninteso anche che il Covid non è estinto e la lotta da parte del personale sanitario ogni giorno prosegue per assicurare che la situazione rimanga sotto controllo, si può dire che ormai il peggio sia passato, ma quando il peggio è arrivato a suo tempo ci ha travolti tutti con misure mai viste prima e con il terrore di quella che in principio poteva quasi apparire un’apocalisse imminente.
Ma in realtà anche stavolta l’apocalisse è stata sventata, nell’ora più nera l’umanità ha trovato la forza per stringere i denti e uscire dalla crisi assicurandosi che la vita, in qualche modo, potesse proseguire. Come è stato possibile ciò, soprattutto in una società ormai fortemente individualista ed edonista come la nostra?
Ecco cosa è accaduto: l’apparire improvviso di un “nemico” comune e letale ci ha uniti. Ci ha uniti anche nella divisione e nelle polemiche, perché in esse è stato ritrovato improvvisamente un bene che forse da decenni avevamo perso senza rendercene conto: il senso di comunità.
Ovvero il concetto basilare ma nascostoci che in fondo siamo tutti interconnessi, nel bene e nel male, che nessun uomo o donna è un’isola e che nei momenti davvero duri solo la social catena leopardiana ci può salvare dall’autodistruzione e non le catene di spot autocelebrativi che andiamo propagandando online sui social ogni giorno.
Questa è dunque la lezione che dovremmo custodire gelosamente, al di là delle mascherine e delle zone colorate: ma saremo in grado di farlo? Oppure stiamo già dimenticando tutto, o meglio vogliamo dimenticare, tornando a vivere una vita uguale alla precedente come se nulla fosse mai successo? Magari fosse così semplice.
Siamo in realtà immersi in altre crisi, una economica che va avanti da lungo tempo e che il virus stesso ha aggravato, un’altra di tipo militare con venti di guerra globale che spirano sempre più forti su diverse parti del pianeta – il peggio è dunque davvero passato?
Che sia così o meno, la cosa certa è che sempre dimostriamo di dare il nostro meglio solo nelle peggiori situazioni possibili ed è un peccato ciò dato che, se riuscissimo a darne almeno una piccola percentuale nel “tempo ordinario”, chissà quante cose andrebbero decisamente meglio. Per tutti.

di Francesco Merico

Scrivo di Filosofia, Storia, Arte, Politica, Sport, Attualità. Mi sta a cuore il futuro del mio Territorio, del Meridione e della nostra povera Patria.

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