Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta.
(Piero Calamandrei, Discorso del 26 gennaio 1955 agli studenti milanesi)
Se quanto avvenuto nelle piazze di Parigi, Nantes e Marsiglia può assurgere a regola generale, e quindi se solo davanti al pericolo di un governo fascista gli antifascisti rispondono alle campane della memoria e ritornano a presidiare le libertà popolari, gli eredi dell’antifascismo italiano sono in tremendo ritardo.
Scegliendo di utilizzare un mezzo un po’ novecentesco, pellegriniamo col pensiero in un tempo, quello della Resistenza, seppellito prima che spirasse. Inumazione coatta per precipitazione del becchino indaffarato. Poi settant’anni di tribolata vita repubblicana e la nuova temporalità dischiusa dalla comunicazione digitale hanno fatto il resto.
Oggi noi, passando col pensiero «per le montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati» (Calamandrei, 1955), rivolgiamo un appello ai giovani tarantini per la costituzione di un centro studi sulla Resistenza partigiana della provincia ionica.
RESISTENZA IN EPOCA DI POSTFASCISMO – Prospettiva per l’avvenire dell’Italia liberata e radice prima delle libertà quotidiane, la Resistenza si colloca proprio sul crinale che unisce passato prossimo e presente dell’Italia del Novecento. Occhiale imprescindibile per leggere le categorie della politica odierna (dalle garanzie costituzionali sul fascismo all’avvento al governo del primo partito postfascista italiano), senza il quale s’incorre nel rischio di accentuata miopia elettorale.
Per nostra incuranza, giacciono silenti e senza volto uomini e donne che, da umili maestranze del secolo scorso, ebbero l’audacia e l’ardire di calzare le vesti degli architetti del secolo nuovo. Spirano silenti, senza che le nostre sorde orecchie possano sentirle, le urla di giubilo per una liberazione desiderata, sofferta e conquistata con il sangue.
Grazie al lavoro infaticabile di resistenti dei giorni nostri come Giuseppe D’Elia, Pati Luceri e tanti altri compagni, oggi abbiamo la possibilità concreta di accedere ad una quantità di fonti e documenti considerevole. Documenti d’archivio, testimonianze dirette e memorie mai venute allo scoperto attendono solo che menti industriose si mettano all’opera per studiarle, riorganizzarle e raccontarle ai contemporanei. Tributo al sangue dei padri e dote da serbare per i posteri.
L’INIZIO DEI LAVORI – Nel corso del prossimo mese inizieranno i lavori di organizzazione e progettazione, a seguito dei quali sarà inoltrato un invito formale a tutti i sindaci, ai consigli comunali, agli istituti scolastici e alle associazioni della provincia di Taranto. Moto collettivo uniforme che si auspica possa sfociare in una grande presa di coscienza popolare: studio intenso del proprio passato per difendere il diritto ad un futuro libero.
O giovani, se vogliamo salvare la struttura così fragile della libertà italiana, abbiamo il dovere di ripercorrere i luoghi della Resistenza antifascista. O giovani di Taranto, noi che del postfascismo abbiamo subito le prime unghiate, uniamoci tutti quanti per portare ad emersione la storia della Resistenza ionica. Ci rivolgiamo a voi, o giovani antifascisti tarantini, perché con l’avvento dei postfascisti al governo le campane della memoria suonano a stormo, e sappiamo che sceglierete di non turarvi le orecchie.
Nota per i lettori interessati:
Per comunicare la propria adesione, ottenere maggiori informazioni o fornire un proprio contributo, e in fatto di testimonianze e in fatto di fonti da consultare, si contatti l’indirizzo email redazione@metasud.it oppure si contatti il numero 338 584 0977 (Domenico Birardi).