Ven. Set 20th, 2024

Il mito della creazione del mondo, mitologia giapponese

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In principio, il caos dominava l’universo.

In quella matassa primordiale, fu allora che gli dei crearono i cieli e la terra. Questi spiriti divini ancestrali, notando il mondo nel suo totale vuoto, decisero di creare due kami (in giapponese, divinità) che avrebbero dato inizio a una serie di creazioni.

I loro nomi erano Izanami (colei che invita) e Izanagi (colui che invita). Dalle mani primordiali degli spiriti ancestrali i due nuovi kami ricevettero una lancia divina, con il compito di creare tutto ciò che sarebbe esistito. Questo mirabolante manufatto era ornato con diversi gioielli preziosi e celava in sé diversi poteri formidabili. Con esso si recarono al ponte celeste dove avrebbe creato l’isola sacra che oggi sappiamo essere il Giappone. Proprio perché lavoravano sempre insieme in armonia, i due kami fratelli pian piano si innamorarono. Di lì a breve i due si sarebbero concessi un momento di intimità per generare una prole. A proporsi per prima fu Izanami, ma a causa di ciò nacquero creature orrende e deformi. Pertanto constatarono che a proporsi non doveva essere la kami femminile. Ben presto, fu Izanagi a farsi avanti e il rito dell’unione sarebbe poi stato condotto da Izanami. La loro unione fu coronata da amore e potere e, di lì a breve, diedero vita alle altre isole del Giappone. Sorse però una tragedia: Izanami era ancora incinta. Diede alla luce Kagutsuchi, il dio del fuoco, e, durante il travaglio, Izanami bruciò per le ingenti e violente fiamme e morì.

Izanami partì dunque per Yomi, il mondo dei morti. Izanagi però non volle accettare questo ingiusto destino e partì anche lui negli inferi per recuperare sua moglie. Tale luogo, sacrilego e orrido, era popolato da tremendi Oni (i demoni giapponesi) e da spiriti maligni. Izanagi, infine, trovò la sua amata e tentò di riportarla indietro. Ma, non appena ebbe illuminato meglio il volto di Izanami con la lanterna che aveva portato con sé, Izanagi vide le sembianze della moglie completamente putrefatte. La sua bellezza divina era stata distrutta dalla decomposizione. Izanami si era cibata dei frutti degli inferi e con ciò era ormai legata indissolubilmente a Yomi. Inorridito, Izanagi respinse la moglie e fuggì dal nefando regno di Yomi, segregandolo con un enorme masso per sempre. Dopo quel viaggio, il kami si sentiva sporco e decise di eseguire un bagno rituale per purificarsi. Durante la nuotata, Izanagi diede vita ad altri spiriti, come gli Yokai, e divinità.

Il dio piangeva e si disperava al pensiero della moglie e i suoi occhi bruciavano intensamente. Ma ad un tratto, dalle lacrime dell’occhio sinistro, emerse la splendente Amaterasu, la kami più luminosa mai esistita. Dall’occhio destro nacque invece Tsukuyomi che, nonostante non fosse raggiante come la sorella, emanava comunque una luce affascinante. Infine, dalle gocce che uscivano dal naso, nacque l’impetuoso Susanoo.

Il dio creatore, guardando i suoi ultimi tre figli, divenne orgoglioso di loro e li nominò i Tre Nobili Figli.

Si conclude, dunque, il mito della creazione del mondo che, come si evince, è un excursus di misticismo, amore e rigida religiosità. La narrazione del primo ciclo di kami spiega come è stato creato fisicamente il Giappone e tutta la natura vivente, e come sia emersa la prima generazione di kami dello shintoismo.

di Mattia Carlucci

Sono uno studente di Storia dell'Arte di Lecce, con laurea al DAMS e ho la grande passione per le civiltà antiche. Scrivo articoli per Metasud su diverse storie mitologiche, aneddoti storici ed interviste a giovani ragazzi del Sud. Gestisco anche un canale Youtube chiamato "La Landa del Sole" dove parlo di giochi di ruolo e mondi fantasy. Credo fermamente nel progetto editoriale e spero che il mio amore per la scrittura sia un valido alleato alla causa.

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