Gio. Nov 21st, 2024

Al di là del bene e del male (imposti)

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Nel corso dell’ultimo secolo abbondante, su Nietzsche come filosofo si è detto e scritto di tutto, si è davvero operata qualunque tipo di manovra ideologica di appropriazione da parte di tante, e spesso anche molto differenti, parti animate dalla volontà di trovare dei maestri a cui ricondurre le proprie velleità di potere e le proprie visioni di società. In tutto ciò quello che probabilmente si è fatto meno in assoluto, come da prassi, è stato cercare di leggere e comprendere in prima persona il filosofo stesso.

Il qui presente ritiene che i libri scolastici o universitari possano rappresentare solo un necessario trampolino di lancio affinché poi un interesse personale possa condurre ad un vero studio dei testi fondanti che servono a comprendere il mondo e la diversità di pensiero che ci circonda. Fermarsi lì significa solamente introiettare la visione di qualcuno che filtra la visione di qualcun altro, un rapporto troppo distante e spesso purtroppo anche fazioso, nel senso di rimanere legato alla volontà di banalizzare ed indottrinare le masse ed in particolare le masse di giovani che incominciano ad affacciarsi alla vita. Quanto è importante documentarsi autonomamente e sviluppare un proprio pensiero critico personale!

E questo è quello che io stesso a mio tempo ho scelto di fare, aprendomi a una realtà molto più interessante di quella che può superficialmente apparire: così come nel pessimismo cosmico di Schopenhauer si cela una spiritualità intrinseca e potentissima, un’altra che ne rappresenta la naturale evoluzione si può scoprire nella figura dell’Oltreuomo nietzschiano.

Non parliamo di autori realmente anticristiani, ma piuttosto di autori che hanno voluto indagare profondamente sul senso stesso del messaggio cristiano primigenio combinandolo al contempo con gli insegnamenti dei classici antichi: e così come Platone allora portò a compimento la filosofia del suo maestro Socrate, così Nietzsche ha voluto proiettare nell’ottica di un futuro senza tempo il messaggio schopenhaueriano arricchendolo di un vitalismo che ancora oggi appare però difficile ai più da comprendere.

Lontano infatti dal superomismo giunto a noi in salse dannunziane e derivate varie, il concetto stesso di Oltreuomo esplicato nel saggio “Così parlò Zarathustra” risiede nel ricreare i propri valori ad immagine e somiglianza della natura che si sente come propria: non vuol dire ricercare la prevaricazione o il dominio sul prossimo, ma agire in base ad un’etica personale che sia scevra da imposizioni secolari esistenti a monte; pensare con la propria testa, agire con il proprio cuore. È questo l’insegnamento più importante che il filosofo tedesco ha voluto lasciarci, siamo noi pronti almeno a provare a raccoglierlo? Oppure ci spaventa troppo l’idea di poter essere, in qualche modo, i padroni del nostro destino?

di Francesco Merico

Scrivo di Filosofia, Storia, Arte, Politica, Sport, Attualità. Mi sta a cuore il futuro del mio Territorio, del Meridione e della nostra povera Patria.

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