Gio. Set 19th, 2024
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Archita nacque a Taranto intorno al 428 a.C. Fu matematico, politico, ma soprattutto filosofo della seconda generazione della scuola pitagorica, secondo quella linea di pensiero tipica dell’antichità che concepiva la ricerca del sapere all’interno di un orizzonte che abbracciava tutti i campi dello scibile. Fondamentale fu il suo contributo allo sviluppo della sua città, poiché fu non solo uno stratega militare, ma anche impegnato in trattative diplomatiche in politica estera, tanto da fare di Taranto, durante il periodo della Magna Grecia, una città prestigiosa a capo della Lega italiota, in collaborazione con Siracusa. Abile stratega, si impegnò a garantire uno sviluppo culturale e commerciale che portò la città al massimo del suo splendore, attraverso lo sviluppo dell’agricoltura, nobile risulta anche il suo tentativo di distribuire equamente le ricchezze sfruttando la matematica a vantaggio del popolo.

Non si conservano testi scritti originali di Archita, ma numerose sono le testimonianze sul suo pensiero e sulle sue imprese, come le voci autorevoli di Platone e di Aristotele.
Nelle vicende che riguardano Platone fu strettamente coinvolto , tanto da influenzarne non solo il pensiero, ma nell’aver avuto un ruolo fondamentale nella scarcerazione del grande filosofo greco detenuto dal tiranno Dionisio. Infatti, fu per intercessione di Archita che Platone poté tornare ad Atene.

Ultimo tra i filosofi pitagorici, ad Archita si attribuiscono brillanti invenzioni, come  la duplicazione del cubo e la “Curva di Archita”, generata dall’intersezione della superficie di un cilindro e di un semicerchio in rotazione rispetto a uno dei suoi estremi.
Altre testimonianze attribuiscono al filosofo tarantino l’invenzione della carrucola e della vite, oltre alla costruzione della “Colomba di Archita”, una sorta di uccello meccanico di legno, considerato il primo robot o primo drone nella storia dell’ingegneria. Da buon pitagorico si dedicò allo studio della musica e dell’armonia nello specifico, tanto da progettare la celebre raganella, uno strumento di legno formato da una girella dentata che produce un suono simile al gracidare delle rane.

Di lui, Orazio scrisse chiamandolo «Misuratore del mare, e della terra, e delle innumerevoli arene; ed uomo che sulle celesti sfere ardito aveva di sollevarsi ed aggirarsi». Un genio a più dimensioni che incarna il modello del grande filosofo dell’antichità, in cui la vita contemplativa e la vita attiva, dedicata alla crescita politica, sono in armonia e coerenza con lo stile di pensiero.
Citato anche da Aristotele nella Politica (VI, 13-20) scrisse: «è bene anche imitare le leggi dei Tarentini: questi infatti si assicurano la benevolenza della moltitudine rendendo comuni i beni ai poveri per l’uso; inoltre essi hanno diviso le magistrature in due classi: quelle elettive e quelle sorteggiate – queste ultime per garantire che anche il popolo abbia parte in esse, le prime invece per assicurare che gli affari pubblici vengano condotti bene».

Archita potrebbe ancor oggi rappresentare un simbolo del sapere complesso e multidisciplinare, che coniuga l’abilità della intuizione allo sforzo di realizzare il benessere concreto in ambito pubblico, dove scienze e politica collaborano al miglioramento della dimensione pubblica.

di Annachiara Borsci

Annachiara Borsci è docente di Filosofia e Storia al Liceo "Moscati" di Grottaglie (TA). Dopo la Laurea in Filosofia, conseguita all'Unisalento di Lecce nel 2004, ha proseguito gli studi conseguendo nel 2009 il Dottorato di ricerca in discipline storico- filosofiche presso la stessa Università di Lecce sul pensiero di Hannah Arendt dal titolo "Il problema del male e la rifondazione della politica".

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