“Ragazzi del Sud si raccontano” è una rubrica dedicata ai giovani meridionali che intendano raccontare di sé e della propria generazione. In questo secondo articolo si narra della ventiduenne Elettra Marianna Alaiback, studentessa del DAMS di Lecce, che attraverso l’intervista che segue racconta la sua storia e la sua esperienza con il cinema e il teatro.
Qual è stato il tuo rapporto con l’arte e la recitazione?
Nella mia vita non ho mai sentito lontano il mio rapporto col teatro. La mia creatività ha sempre parlato per me e ne ho sempre avuto necessità. Il teatro, in particolare, è sopraggiunto alla danza, disciplina classica che praticavo già da tempo. Prima dell’università, non sapevo ancora cosa scegliere, dunque feci scegliere al cuore e sono andata al DAMS. Dopo aver studiato qualche anno fa “Storia del teatro” sono venuta a conoscenza di AZIONE, una compagnia didattica teatrale e cinematografica. Ho imparato cosa vuol dire essere sul set e quale realtà si celasse dietro questa grande macchina. La recitazione mi ha sempre rapita e affascinata. Seppure sembri che lavorare con la cultura e lo spettacolo sia un’illusione, in verità non è così. Crederci è sempre la pietra miliare. Recitare mi fa sentire viva, come quando da piccola danzavo.
Hai sempre frequentato l’ambiente teatrale?
Non è però sempre stato così. Sono partita all’inizio come assistente, ma pian piano sia io che la scuola di Azione siamo cresciuti sempre più. Ho fatto anche la truccatrice amatoriale, il fonico e anche la ragazza del ciak prima di gettarmi nella recitazione vera e propria.
Cosa ne pensa la tua famiglia delle tue scelte e della tua passione?
I miei genitori sono sempre stati i miei sostenitori: l’unico requisito per loro era dare il massimo. Si sono sempre sacrificati per me e io sono grata di avere due genitori così aperti alle mie scelte. Come tutti gli artisti, esprimere sé stessi e dichiarare di voler diventare attore, regista, eccetera, anche semplicemente dinanzi allo specchio, è molto difficile. È sicuramente importante capire sé stessi quando ci si confronta con le nostre aspirazioni. È naturale che risulti magari difficile o incomprensibile all’inizio, ma è anche questo fare arte. Fare l’attore è più credere in sé stessi come un rapporto di amore reciproco più che lavorativo. Guardandosi poi intorno, notando che vi sono altre persone che guardano al mondo proprio come fai tu, comprendi di non essere solo.
Qual è il tuo sogno?
In quanto soprattutto studentessa, desidero formarmi al massimo. La prima scelta è la recitazione. Io sono un’attrice, voglio fare l’attrice e continuerò a studiare per farlo. Il DAMS aiuta sicuramente anche per realizzare organizzazioni culturali, set e palcoscenici. Lavorare in questo ambito, a mio parere, è particolarmente conoscere e saper fare molte cose contemporaneamente.
In definitiva, alla classica domanda: Cosa vuoi fare da grande?
Senza ombra di dubbio l’attrice.
Cosa significa per te Azione?
Azione mi ha aperto gli occhi e mi emoziona parlarne in questa intervista. Sono davvero fortunata ad averli scoperti poiché non sono i classici insegnanti a cui di solito si può immaginare. Sono una realtà che vuole lavorare, si guarda e si immedesima. Sono stati i primi a credere in loro stessi e danno il massimo per formarti come professionista. Loro donano molto e, genuinamente, vuoi far ritornare tanto. A Lecce d’altronde vi è una sana fertilità in detto ambito ed io, come studentessa, ho il loro stesso sogno. È un rapporto lavorativo di certo, ma è anche un frutto che il nostro territorio potrebbe far crescere sempre più. Ad ogni lezione imparo qualcosa, quando esco ho sempre qualcosa di nuovo e al giorno d’oggi non è scontato. Non mancano i denti per masticare e conosco molte persone che un giorno saranno futuri talenti. Per me è una realtà bellissima.
Ti piacerebbe anche insegnare?
Sì, mi piacerebbe un mondo insegnare recitazione ai più piccini. Soprattutto perché non sempre sono solo contenitori di informazioni, anzi perennemente loro insegnano molto più a noi che il contrario. Ci fu uno spettacolo che ancora mi fa lacrimare. In questo spettacolo una mia amica, guardando i ragazzini recitare, disse: “loro ci diranno come cazzo fanno a vedere il mondo”.
Ancora piango a ripensarci.
Ci racconteresti un personaggio in particolare a cui legata?
Il personaggio… ecco… un’altra cosa molto particolare: la nostra insegnante Cristel ci ha insegnato che non siamo noi a scegliere il ruolo; è lui a chiamarci. Lo so, è strano, ma è davvero così. Posso scherzosamente affermare che dopo essere entrata in un ruolo, quest’ultimo mi perseguitava per mesi e mesi, anche fuori dal teatro. Per farvi un esempio, ho interpretato Ofelia in una rivisitazione di Amleto. Reduce in un lavoro di ricerca impegnatissimo che abbiamo svolto ad Azione. Lì ho percepito l’asticella alzarsi, ma ho compreso quale sarebbe stato il mio argomento futuro di tesi. Quindi è importantissima per la mia vita. Lei è un personaggio che potrebbe essere un po’ insipido, per certi versi. Quando però approfondisci la sua caratterizzazione, la situazione si evolve. Il messaggio è particolare e io ci ho davvero speso molto tempo per capirla al meglio. Mi ha sempre colpito il suo sguardo buono che ho immaginato lei avesse. Il valore che mi porto dentro anche oggi è la sua resilienza contro la cattiveria che le viene inferta. Non diviene malvagia come gli altri personaggi, ma decide di impazzire. Potrebbe sembrare sintomo di debolezza, ma per me è forza. Contro l’essere sciolta e consumata dalla cattiveria, lei reagisce con la follia cercando di resistervi, anche se ahimè è pur sempre una tragedia.
Grazie di tutto, Elettra. Gradiresti dire qualcos’altro?
Sono una persona davvero emotiva. Ringrazio la vita e la mia famiglia per le scelte che potuto fare. So quanto sudore verso e so cosa mi viene restituito dal teatro. Ringrazio te, Mattia, e Metasud per l’opportunità e spero che la mia storia ispiri giovani che vogliono affacciarsi al teatro.
Siate sempre voi stessi.
Nota personale: Spero che Elettra coroni il suo sogno di divenire attrice professionista e che possa sempre crescere di giorno in giorno, esperienza dopo esperienza. Magari un giorno sarò così fortunato da intervistare una famosa attrice che ha frequentato il mio stesso corso universitario. Ti voglio tanto bene, non smettere mai di essere te stessa.