A seguito della riemersione della questione del Comparto 32, è stato emanato un comunicato stampa congiunto di opposizione all’espansione urbanistica:
«CGIL, Fillea CGIL, Legambiente, ARCI Gagarin e il Comitato per una Città Sostenibile di Taranto esprimono la loro assoluta contrarietà ad una nuova espansione urbanistica nel Comparto 32.
Al 30 novembre 2023 Taranto aveva 186.921 abitanti, ben 16.336 in meno rispetto a 10 anni fa: come se fosse scomparso il comune di Castellaneta. Il declino demografico registrato in questi anni è costante: qualunque ipotesi di nuove colate di cemento, qualunque sia l’uso a cui vengano destinate, è con tutta evidenza ingiustificata. Taranto non ha bisogno di continuare a desertificare il suo centro per accrescere il numero e l’estensione delle sue periferie, peggiorando le condizioni di vita dei cittadini, con costi sociali ed economici inaccettabili per la collettività e vantaggi riservati a pochi “eletti”.
Secondo l’ultimo rapporto ISPRA, il consumo di suolo a Taranto ha raggiunto nel 2022 il totale di 5338,85 ettari, ben il 21,64% del territorio comunale, il triplo della media nazionale che si attesta al 7,14%, cinque volte la media europea che è di poco superiore al 4%. Un dato assolutamente insostenibile e causa di gravi conseguenze, sia ambientali che economiche, connesse alla crescente impermeabilizzazione e artificializzazione del suolo. E’ il momento di passare dalle parole ai fatti ed arrestare questo ingiustificabile spreco del nostro territorio. Rammentiamo che l’azzeramento del consumo netto di suolo è un obiettivo necessario anche per il raggiungimento dei target previsti dall’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile, dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dal Piano per la Transizione Ecologica, ed è considerato una misura chiave per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Il Comparto 32 si inserisce in un insieme di aree ad alto valore ecosistemico: è posto ai margini della “Palude Erbara”, un sito umido di notevole importanza per la sua funzione di raccordo tra le aree palustri della Salinella e della Salina Grande e quelle vicine, tra cui la Palude la Vela, inserite nel Parco Naturale Regionale “Mar Piccolo. È evidente che per la sua posizione, contigua ad un bene naturalistico paesaggistico rilevante come la Pineta Cimino e con potenziale affaccio sul Mar Piccolo, esso vada considerato come un bene di comunità, estremamente rilevante per la comunità tarantina considerandone il valore paesaggistico che una sua edificazione ridurrebbe fortemente: è ben diverso immaginare la Pineta Cimino immersa in un tessuto urbanizzato, piuttosto che inserita, come ora, in un paesaggio agricolo-costiero. Questo bene comune, con un valore che è tanto di sostenibilità quanto di marketing territoriale, va assolutamente preservato ed il godimento della sua naturale scenograficità deve restare appannaggio di tutta la collettività. Per questi motivi CGIL, Fillea CGIL, Legambiente, ARCI Gagarin e il Comitato per una Città Sostenibile di Taranto ritengono necessario che il Consiglio Comunale di Taranto esprima con nettezza, e senza alcun possibile equivoco, il suo NO a qualunque ipotesi di nuove cementificazioni nel Comparto 32, di qualunque natura esse siano, e che l’Amministrazione Comunale metta in atto tutti gli strumenti utili a difendere questa scelta.»